L’elemento chiave che racconta molto del nostro vivere sociale...

Cosa caratterizza oggi il nostro mondo? Quali condizioni umane definiscono il nostro sentire? Cosa si aggira nelle pieghe della nostra socialità? Per Ugo Morelli, psicologo, studioso di scienze cognitive e scrittore, che abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare durate le giornate del nostro ultimo incontro nazionale di studi a Cuneo, è l’indifferenza: elemento chiave che racconta molto del nostro vivere sociale. Un sentimento, una sensazione, una condizione che si trasforma in realtà e definisce la qualità della nostra vita sia pubblica che privata.

L’inizio della sua ultima pubblicazione, dal titolo Indifferenza. Crisi di legame sociale, nuove solitudini e possibilità creative, pone una domanda che è un programma: dov’è l’altro? Un interrogativo che indica, sin dalla prima pagina, la volontà dell’autore di indagare, dentro la nostra quotidianità personale e collettiva, l’invasività, la pericolosità e le ripercussioni che il sentimento indifferente genera entro il tessuto sociale e nelle relazioni tra le persone.

Ma cos’è l’indifferenza? Secondo Morelli è una condizione persistente ed invasiva nella nostra società che altera la percezione ed il valore della relazionalità umana. È il non riuscire più a sentire la presenza dell’altro: una forma patologica del vivere che anestetizza il nostro modo di stare nel mondo. È una bolla che rende difficili le relazioni fino a svuotarle della loro naturale generatività e creatività rischiando di farci perdere il senso stesso della nostra umanità. La pervasività di questa condizione indifferente rende il mondo e le nostre vite più minacciose, insicure e paurose, in un tempo sempre più difficile da definire e da esprimere, segnato da conflitti e violenze.

Indifferenza e complessità rappresentano, per l’autore, due facce della stessa medaglia: una genera l’altra. Così accade che, quando non riusciamo più a contenere ciò che ci sta attorno, perché non ne capiamo il senso né la direzione, finiamo col non scegliere più e a richiuderci nel nostro piccolo mondo, cercando rassicurazioni e certezze più o meno reali. In tal modo, rischiamo di diventare preda della rassegnazione che, a sua volta, è frutto della fatica di elaborare e sopportare ciò che non capiamo. Da tutto ciò, a caduta, emerge e si diffonde l’incertezza e il conformismo, che a sua volta, genera rinuncia all’apprendimento e alla ricerca di significato oltre che alla svalutazione delle differenze, finendo col ridurre gli spazi di scoperta ed apprendimento.

Morelli ci fa entrare, attraverso pagine dense non sempre di facile lettura, dentro un panorama largo e variamente articolato del nostro mondo. Ne coglie le forme patologiche che lo caratterizzano ma, nello stesso tempo, individua alcuni strumenti per porre argine al dilagare di questi pericoli. Prima di tutto l’educazione: per imparare a vivere relazioni buone, segnate dall’incontro tra alterità che, attraverso un processo reciproco cambia i soggetti coinvolti e nello stesso tempo modifica anche il mondo. La creatività: intesa come la capacità di comporre e ricomporre in modi e forme inedite tutti i repertori disponibili. La condivisione: intesa come la ricerca costante di un punto in comune, capace di realizzare la pienezza di ognuno entro l’incontro intersoggettivo.

Pur nella complessità della lettura, il libro offre spunti interessanti ed uno sguardo originale sulla vita sociale e personale dell’oggi cogliendone ombre e luci: vale la fatica! Buona lettura.

 

 N.2 Febbraio 2024

Indifferenza. Crisi di legame sociale, nuove solitudini e possibilità creative https://pop.acli.it/images/morelli_indifferenza.jpg Redazione POP.ACLI