2 giorni che contengono promesse, speranze e parole che illuminano...

Marzo nasconde un gioiello: 48 ore per gioire.

2 giorni che contengono promesse, speranze e parole che illuminano. Il 20 marzo è la giornata internazionale della felicità e il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia, giorni dedicati alla felicità e alla poesia, proprio mentre il sole, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, incontra l'equatore celeste. È l’equinozio di primavera: il tempo in cui la luce e il buio si equivalgono, in tutti i luoghi della terra. Primavera, nella sua radice etimologica, significa splendere. Ed è così. Come non rimanere incantati davanti ad un albero fiorito, ad un prato colorato? La luce illumina il mondo mentre la vita rinasce. Che strano caso che proprio questo tempo sia dedicato alla felicità ed alla poesia!

La felicità è uno stato d’animo, una sensazione di benessere che ci pervade in abbondanza. Ed è proprio l’abbondanza che la contraddistingue, almeno nella sua storia antica, quando la felicità era associata alla prosperità, assomigliando molto alla ricchezza che permetteva il realizzarsi della fortuna. Una condizione prevalentemente economica e materiale che assumeva, per una umanità prevalentemente povera ed affamata, l’esaudirsi del sogno dell’abbondanza. La felicità era l’albero della cuccagna!

Il tempo ha modificato forma alla felicità, grazie anche alle parole dei poeti, facendole assumere una forma che, per noi oggi, è più consueta: non più legata alla ricchezza ma piuttosto ad un cammino. Una condizione esistenziale che assomiglia al viaggio della vita. Una ricerca interiore che coinvolge il cuore e l’anima. Una forma di pace profonda, frutto di un lavoro quotidiano intimo. Uno stato d’animo da afferrare quando si presenta. “Momenti minuscoli durante i quali si dimenticano le cose brutte. Attimi di dimenticanza”: così li descrive Totò, il principe poeta, in una intervista ad Oriana Fallaci.

Una condizione imperfetta e precaria della quale non afferriamo mai il senso, se non nella nostra incessante ricerca di ritrovarla il più spesso possibile. Queste le parole di Cesare Pavese: “La mia felicità sarebbe perfetta, se non fosse la fuggente angoscia di frugarne il segreto per ritrovarla domani e sempre. Ma forse confondo: la mia felicità sta in quest’angoscia. E ancora una volta mi ritorna la speranza che forse domani basterà il ricordo.”

Felicità e poesia https://pop.acli.it/images/Felicit_e_poesia_shutterstock_450844810.jpg Redazione POP.ACLI