A 60 anni dall'approvazione della legge che ammise le donne alla magistratura, il Coordinamento Donne con l’Area Cultura delle ACLI hanno promosso un incontro presso la Corte di Cassazione di Roma...

Ad aprire l’evento - poi moderato da Elena Lo Giacco, responsabile Pari Opportunità ACLI Toscana - è stata la consigliera del Comitato Pari Opportunità Corte di Cassazione, Maria Enza La Torre. Chiara Volpato, responsabile nazionale del Coordinamento Donne ACLI, ha introdotto i lavori sottolineando il valore simbolico dell'iniziativa e del luogo in cui si è svolto: «La memoria, il riconoscimento, e la riconoscenza sono infatti alla base della nostra volontà di essere qui oggi. Qui, proprio in questo luogo, che ringrazio per l’accoglienza. Qui, per rendere omaggio – concretamente, con la nostra presenza – alla prima presidente donna della Corte di Cassazione. Per sostenere l’importanza, sul piano simbolico, politico e sociale, di questo che oggi salutiamo come un “evento”, ma che – almeno dalla proclamazione della nostra Repubblica – dovrebbe rappresentare il normale riconoscimento di un impegno competente, costante e inesausto delle donne...».

Sono poi seguiti gli interventi di Elisa Dondi, Guido Iuculano e Davide Orsini, rispettivamente sceneggiatrice e ideatori della Serie Netflix “La legge di Lidia Poët”; Chiara Viale, avvocata, partner A&A Studio Legale e autrice del libro “Lidia e le altre. Pari opportunità ieri e oggi: L’eredità di Lidia Poët”; Rosa Oliva De Conciliis, presidente onoraria della Rete per la Parità APS; Paola Di Nicola Travaglini, magistrata presso la Corte di Cassazione.

«Il 2023 non è un anno qualsiasi, ma il sessantesimo anniversario della legge 66 che ammise le donne ai pubblici uffici ed alle professioni. Una legge ordinaria promulgata a quindici anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione; una legge che non sarebbe stata necessaria, se non fossero sopravvissuti così ostinatamente pregiudizi, diffidenze, privilegi e poteri, anche nel dibattito costituente e ancora di più nei quindici anni successivi». Così Chiara Volpato nella sua introduzione, che ha anche ripercorso brevemente le ragioni dell'iniziativa (oltre al già richiamato anniversario dell'ingresso delle donne in magistratura, ovvero l’abrogazione della “legge Sacchi” e del collegato regolamento, nel quale erano dettagliate le esclusioni delle donne da cariche e professioni). Elemento determinante è stato anche la pubblicazione, appena tre mesi fa, della ricerca delle ACLI "Lavorare dis/pari”, che ha confermato il persistere di importanti disparità tra uomini e donne nella sfera lavorativa ed economica.

Due ulteriori e felici eventi hanno poi concorso in maniera determinante: l’elezione di Margherita Cassano a presidente della Corte Suprema di Cassazione e l’uscita della serie Netflix su Lidia Poët, torinese, laureatasi nel 1881 a pieni voti in Giurisprudenza e, sia pure per poco, prima donna ad essere iscritta all'ordine degli avvocati.

Ospite d’onore del convegno è stata Rosa Oliva De Conciliis, considerata "a buon diritto" – è proprio il caso di dirlo - l'artefice della legge del 1963, grazie al ricorso presentato il 12 giugno 1959 alla Corte Costituzionale contro la sua esclusione da un concorso per consigliere di Prefettura, ottenendo come esito una storica sentenza che nel maggio 1960 riconobbe l'illegittimità costituzionale della norma contenuta nell'art. 7 della legge 17 luglio 1919, n. 1176 (cosiddetta "Legge Sacchi"), che escludeva le donne da tutti gli uffici pubblici che implicano l'esercizio di diritti e di potestà politiche, con riferimento all'art. 51 della Costituzione.

La sceneggiatrice e gli autori della serie Netflix “La legge di Lidia Poët” e Chiara Viale, avvocata, e autrice del libro “Lidia e le altre. Pari opportunità ieri e oggi: L’eredità di Lidia Poët” hanno ripercorso la vicenda e biografia della Poët, facendo anche il punto sulla situazione attuale, nella quale – a distanza di quasi 150 anni – persistono ancora grandi disparità.

A concludere il convegno è stata Paola Di Nicola Travaglini, cui si deve – tra le altre cose – il coraggioso libro “La giudice. Una donna in magistratura”. Diretta e appassionata, ha chiamato in causa gli uomini, invitandoli a consapevolezza e azione rispetto a discriminazioni che fanno perfino fatica ad essere registrate come tali. Come la possibilità di dare il cognome ai propri figli, una sorta di “esproprio”, temporaneamente sanato – ancora una volta – dall’intervento della Corte Costituzionale con la sentenza del 27 aprile 2022. Grazie alla quale, dopo anni di ostinato impegno, Rosa Oliva è oggi Rosa Oliva De Conciliis e Paola Di Nicola Paola Di Nicola Travaglini.

 

Per approfondire:

1865-2023, 150 anni e un percorso ancora in-finito

Studi, testimonianze, romanzi, serie televisive: una selezione

LEGGE 9 febbraio 1963, n. 66, Ammissione della donna ai pubblici uffici ed alle professioni
Art. 1. La donna può accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la Magistratura, nei vari ruoli, carriere e categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi i requisiti stabiliti dalla legge.
L'arruolamento della donna nelle forze armate e nei corpi speciali è regolato da leggi particolari.

Prime donne in un mondo dispari: storie di legge e di giustizia https://pop.acli.it/images/Prime_donne_giu2023.jpg Redazione POP.ACLI